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Sono sempre stato un curioso, un bastiancontrario e un rompicoglioni. Quando verso gli otto anni gli altri bambini iniziavano a dubitare dell'esistenza di Babbo Natale, io ero talmente più avanti da essere scettico sul fatto che potessero esistere "i genitori". Fossi nato nel '500 probabilmente sarei stato un esploratore, o un navigatore, o anche solo un mozzo o un vagabondo. Fossi nato in un futuro tipo Star Wars sarei stato una specie di Han Solo o, alle brutte, un Wookie poco peloso. Sfortunatamente sono cresciuto in un'Italia dilaniata da Vespa, dalla De Filippi, da Pippo Inzaghi. Ma sto cercando di uscirne. Ogniqualvolta l'avventura tornerà a fare visita alla mia vita, questo blog avrà qualcosa da dire. Forse.

lunedì 21 giugno 2010

Në tren për Prizren

Un sano furore stradale mi possiede, nonappena portata giù la macchina: attraversate già Slovenia, Croazia e Montenegro, viene ben presto il turno del Kosovo, dove abbiamo pure cari colleghi e dove da giugno storie strane ed interessanti iniziano ad intrecciarsi con le nostre.
Oltre ai carissimi Gio, Emma e Vale, servizi civili IPSIA nella città -fighissima ed ipermusulmana- di Prizren, menzioniamo il neoacquisto faentino Pasta (vecchia conoscenza mia e, naturalmente, di Bito) che da Tirana si aggiunge spesso alle nostre scorribande e viene di diritto integrato nella band scutarina composta da me, Annagrà, Annarom, Pat, Ona e Marjan.
Parte così il nostro personalissimo "treno" per Prizren, parafrasando la canzone dei Gjurmet negli anni '80, qui ancora popolarissima: tutti in Kosovo, allora, a Prizren, Reçanë, Pejë, Klinë... tra minareti e fili spinati, attentati ad acqua e mostre pittoriche alla Tonino Mutandari, militari teutonici e gatti simmetrici, case bruciate e fabbriche abbandonate, scacchiere da backgammon e tazzine da tè, birre Peja in bar bosgnacchi ed i suxhuk fatti in casa dalla mamma di Driton (quello che coordinava le operazioni di Protezione Civile per "I Care" a gennaio - vedi post "La Luisona torna, i rom no").
E' un treno senza binari ma soprattutto senza cappotta.
Che finchè c'è il sole a scompigliarti la chioma, fa figo assai.
Quando invece, varcata la frontiera, dal sole si passa magicamente al temporale, se non sei lesto a richiuderla son cazzi.

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