Non mi troverete mai

* Blog in fase di aggiornamento... scusate il disordine (e la presenza di alcuni post...ancora vuoti!)

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Sono sempre stato un curioso, un bastiancontrario e un rompicoglioni. Quando verso gli otto anni gli altri bambini iniziavano a dubitare dell'esistenza di Babbo Natale, io ero talmente più avanti da essere scettico sul fatto che potessero esistere "i genitori". Fossi nato nel '500 probabilmente sarei stato un esploratore, o un navigatore, o anche solo un mozzo o un vagabondo. Fossi nato in un futuro tipo Star Wars sarei stato una specie di Han Solo o, alle brutte, un Wookie poco peloso. Sfortunatamente sono cresciuto in un'Italia dilaniata da Vespa, dalla De Filippi, da Pippo Inzaghi. Ma sto cercando di uscirne. Ogniqualvolta l'avventura tornerà a fare visita alla mia vita, questo blog avrà qualcosa da dire. Forse.

martedì 3 giugno 2008

A far legna

Per il titolo di questo episodio prendo in prestito questo modus vivendi dal repertorio tormentonistico del Bettoli (mio amico nonchè costante fonte di ispirazione in tema di motti arguti et similia...), anche se al momento mi sfugge in che occasione era stato coniato.

A far legna. Perchè mercoledì è di fatto iniziata la parte itinerante del mio progetto qui all'ONG: per chi non lo sapesse (in effetti non credo di averlo ancora spiegato per bene, in questa sede) sono qui all'ONG Passage Zebra di Voronezh per dare una mano nell'organizzazione di diversi festival ed eventi musicali-culturali, sparsi per l'immenso territorio russo, e nell'arco di quattro mesi circa.
Il primo è stato appunto il "Yarilino Plamya" (traducibile con "Focolare pagano") con sede a Divnogore, ridente e remota località che si trova sperduta nei boschi della stessa "provincia" di Voronezh, e che ogni giorno diversi turisti e famiglie visitano per escursioni. In effetti il posto è molto bello.
Dalla fermata del treno, arrivando dallo snodo ferroviario di Liski, scendi e ti ritrovi da un lato il "paese" (o meglio, una strada sterrata con alcune casupole ed un emporio) e la collina su cui è arroccata una caratteristica chiesetta bianca; dall'altro lato, invece, boschi, boschi e ancora boschi, interrotti da qualche spianata erbosa dove la gente campeggia.
Io ci arrivo mercoledì sera con Artёm (pron: Artiòm), un simpatico spilungone che (per la gioia del Sigi) potrei definire allampanato, sgalipato, oppure (per la gioia di Bruno Pizzul) dinoccolato, a seconda di come vi piace di più (qui a sinistra in versione pifferaio alla Kill Bill).
È un amico di Elena, e ha il compito insieme a me ed altri due di fare i preparativi per il festival, nella landa selvaggia dove l'evento avrà luogo venerdì sera e sabato.
A sole abbondantemente tramontato, nel freddo buio della boscaglia, io e lui rinveniamo i resti degli altri due tipi che lavoreranno con noi: Evgenii (detto Zhenya) ed Artur, rispettivamente 40 e 31 anni, pittore astrattista e grafico pubblicitario; due tipi veramente strani (vedi foto a lato), che non parlano inglese, come nemmeno Artёm, del resto.
Sarò costretto a pescegattare in russo, orbene. Si preannuncia un inverno rigido (Riki Cit.)...
Punto primo, il campo base. Allestiamo il tutto piuttosto bene, con tende e falò. Abbiamo pure la pasta. In quanto unico italiano, mi prendo io la responsabilità e mi presento dal dischetto. Rete.
Per lo meno abbiamo mangiato decentemente. La notte passa un po' così, nella stretta tenda di Artёm, tra pioggia sì e pioggia no, e certe rane enormi dall'ugola baritonale, che non ne volevano sapere di stare zitte.
Il giorno dopo, giovedì, iniziamo a preparare il campo per il concerto, e servono tronchi per il palco (tutto molto in stile etno-primitivo-tradizionale), nonchè rami per il falò principale del concerto e per il nostro fuoco per cucinare. In questi giorni credo di aver fatto più legna io del leggendario Geppetto Torricelli sulla fascia destra durante l'indimenticabile 1995/1996 della Juventus campione d'Italia, d'Europa, del Mondo e con ogni probabilità dell'Universo, se solo gli alieni avessero voluto giocarci contro.
Meno di due anni fa le foreste le studiavo in Sudamerica.
Adesso le sego in Russia. Mah.
È sorprendente come il destino possa essere ironico, alle volte.


*Presto continuo a scrivere il resto della storia.
Mi interrompo momentaneamente perchè (forse non sapete che) la connessione ad internet in Russia alle volte può essere piuttosto irritante, ed invece (come sicuramente saprete) il mio sistema nervoso è da sempre piuttosto irritabile.
Pessima combinazione. Pessima.
A tra qualche ora.
Oh, rieccoci. Eravamo rimasti a venerdì 30, giorno in cui Elena, la coordinatrice, arriva da Voronezh (in autostop!) al nostro campo nomadi, come del resto anche i primi campeggiatori, prossimi spettatori dell'evento serale. Anche loro, col treno, in gran parte provenienti dal capoluogo.
Il campo è quasi pronto, e così inizio a conoscere gente. Faccio legna.
È incredibile la popolarità che puo' riscuotere uno straniero dove non sono abituati a vederne. Provate a presentare, ad esempio, una grassa foca della Groenlandia ad un branco di famelici coyote in Texas: vi accorgerete della... popolarità del nuovo arrivato nel gruppo in men che non si dica.
Il ragionamento più o meno è lo stesso... alle volte facevo perfino fatica a... smarcarmi con educazione dalle pezze (per lo più in russo) che mi attaccavano tutti, uomini compresi!
La mia leggenda cresceva a vista d'occhio... soprattutto quando il sabato pomeriggio, a festival già avviato, mi sono messo su un banco apposito a raccogliere fondi e offerte per l'ONG disegnando ad acrilico sulle magliette, per chi le voleva (disegni a richiesta).
Ho preso giù un numero di "ordinazioni" che mi avrebbe tenuto impegnato circa fino al dicembre 2013, ma qualcuna l'ho soddisfatta. Un successo enorme.
Tale Evgenii detto Vakula mi ha pure regalato la sua maglia a righe bianconere orizzontali, che qui è evidentemente un must, visto che ce l'hanno tutti (vedi fig.). Bene. Sto diventando un po' russo pure io.
Il concerto è andato bene, e l'ONG è soddisfatta del nostro lavoro.
Anch'io sono soddisfatto. C'erano circa 300 persone, e molti di loro mi hanno voluto lasciare i loro contatti, per quando tornerò in città!
Peccato che, di qui alla fine, il mio soggiorno a Voronezh sarà parecchio frammentato, causa viaggi e riviaggi, concerti e riconcerti. Già domani, (tre giorni scarsi dopo il mio rientro di domenica) dovrò viaggiare verso Mosca e Kaluga, dove avrà sede il prossimo (grosso, pare) evento.
Insomma, sarà difficile ribeccarli tutti a Voronezh (diciamo pure impossibile).
Ho fatto legna, e forse ne ho fatta troppa.
Ma in Russia non si sa mai.

8 Commenti:

Blogger Unknown ha detto...

Sajnos, nem én voltam az irò..
Come capirai, non ero io l'anonima del post attribuitomi..ma ringrazio per la stima..
Più leggo il blog più capisco di aver sbagliato a non avere eletto da subito francesco amio personal idolo..sto rimediando in fretta..che dire, fare il boscaiolo ti dona..non è che mentre tagli legna addocchieresti pure un dacia con qualche ettaro di terreno per andarci a cavallo e laghetto???? potrei svaligiare le casse dell'ufficio da un momento all'altro..

5 giugno 2008 alle ore 13:59  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ciro... dove sei!?!?!?!?

8 giugno 2008 alle ore 05:44  
Anonymous Anonimo ha detto...

7. Perché racconti cose incredibili;

8. Perchè so che sono tutte vere;



Ucccccccch... (Cit.)

8 giugno 2008 alle ore 05:47  
Blogger Unknown ha detto...

Finalmente trovo un attimo di tranquillità per leggere il tuo blog e gustarmi post dopo post la tua immensa e innata dote narrativa..voto 10 come sempre al significato sempre sorprendente che sai dare a tutte le situazioni..anche quelle che sembrano più banali e apparentemente prive di tale valore latente. Sono sicuro che il pescegatto ritroverà il ruscello dove potrà finalmente sguazzarsi cominciare a usare le sue branchie ! Grazie per gli auguri, come sai apprezzo sempre molto come te. Un abbraccio

13 giugno 2008 alle ore 01:05  
Blogger Francesco ha detto...

Dovere, Mos..
Dovere.
E tu continua come sai in Nederlandia.
Come sai, finche' vuoi, quanto puoi.
Mogli & buoi. Paesi tuoi.
Cazzi tuoi.
Si va be'.

Un abbraccio. F.

25 giugno 2008 alle ore 14:06  
Blogger Francesco ha detto...

Ciao Ire!
Ho letto un po' in ritardo il tuo commento (quello tuo veramente!)
Scusami tanto se ti ho confusa con un'altra persona, ovvero il Sigi...
Se ti puo' consolare costui e' uno dei miei migliori amici, quindi direi che cadiamo in piedi.
A parte che sto tiratissimo cogli impegni tra un festival e l'altro (non so davvero come e se mi ritagliero' delle vacanze..boh! forse ad agosto in Ucraina! mah) qui si sta bene...e alla dacia un bel pensierino ce lo sto facendo... una volta che avro' segato abbastanza legna nei boschi e corrotto abbastanza impiegati comunali riguardo al piano regolatore della periferia moscovita, credo proprio che iniziero' a gettare le fondamenta.
Ovvio che sarei lieto di dividerla con te quando sara' pronta!
;) Mao
baci. F.

25 giugno 2008 alle ore 14:07  
Anonymous Anonimo ha detto...

ti ho sentito@tom ieri sera. penso che la tua sia stata un'esperienza unica.
fi avevo letto di un festival in russia pseudohippie ma non sapevo fossero così tanti..poi la transiberiana.woh!
ma l'hai fatto anche tu grazie allo sve?
ciao...human

3 dicembre 2008 alle ore 09:40  
Blogger Francesco ha detto...

Ciao mio caro anonimo..
Ti rispondo qui di seguito perchè non ho altri contatti tuoi.
Sì, tutto quello di cui ho parlato alla serata del TOM è stato fatto come volonatario SVE/EVS presso l'ONG Passage Zebra (workcamps.ru) della città di Voronezh, con cui Alce Nero di MN è in contatto.
Il mio progetto infatti l'hanno scritto loro, e seppur breve per essere uno SVE, devo dire che è stato intenso! (e molto utile sul piano umano..o Human, per restare a noi!)
:)
Riguardo ai festival ce ne son molti, sì.. sarò felice di rispondere a qualsiasi domanda su di questi.
F.

5 dicembre 2008 alle ore 11:32  

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