Non mi troverete mai

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Sono sempre stato un curioso, un bastiancontrario e un rompicoglioni. Quando verso gli otto anni gli altri bambini iniziavano a dubitare dell'esistenza di Babbo Natale, io ero talmente più avanti da essere scettico sul fatto che potessero esistere "i genitori". Fossi nato nel '500 probabilmente sarei stato un esploratore, o un navigatore, o anche solo un mozzo o un vagabondo. Fossi nato in un futuro tipo Star Wars sarei stato una specie di Han Solo o, alle brutte, un Wookie poco peloso. Sfortunatamente sono cresciuto in un'Italia dilaniata da Vespa, dalla De Filippi, da Pippo Inzaghi. Ma sto cercando di uscirne. Ogniqualvolta l'avventura tornerà a fare visita alla mia vita, questo blog avrà qualcosa da dire. Forse.

mercoledì 11 giugno 2008

La barba di Padre Harley e la tromba di Brad Pitt

Padre Harley ha una barba enorme. Gli copre la bocca, ma lui sorride cogli occhi.
Sorride sempre, con tutti, e mette le persone a proprio agio.
È piuttosto giovane, trentuno credo, ma sembra molto più vecchio per via del look: prendete il Bill Nighy dell'ultimo Pirati dei Caraibi, quando perde i tentacoli e torna umano per qualche minuto... rasategli i capelli davanti e aggiungeteci una treccina dietro.
E poi, forse, il suo grande carisma contribuisce a farlo sembrare più avanti cogli anni, sommato al fatto che è il "decano" e la mente dei volontari di questo festival a cui sto partecipando con l'ONG.
















Mi trovo nei pressi di Yukhnov, nel distretto di Kaluga (Kaluzhskaya Oblast'), dove tra poco avrà inizio Pustye Holmy ("Empty Hills" in inglese), uno degli eventi più attesi da queste parti: l'anno scorso c'erano più di 15.000 persone, e per quest'anno ne aspettiamo pure di più. Finora solo di volontari ne saranno arrivati più di 200, tutti russi tranne me e le ragazze che ha reclutato l'ONG. Che sono: Lena, moscovita piuttosto carina e simpatica ma COMPLETAMENTE fulminata (visto lo stile hippico sospetto che si faccia pesantemente di lamponi e fiori di campo...), Julia, tedesca piuttosto anonima (ma che mangia ad ogni ora, quasi compulsivamente) e la più che discreta Gabriela, slovacca di una certa caratura, e pure in gamba... forse un po' figa a se stessa (AutoCit.) in quanto fidanzata oltremisura; oltre ad Elena di Passage Zebra, che è venuta da Voronezh insieme a me. C'era anche il piccolo Barış, turco diciottenne che ha fatto un po' la meteora, e dopo tre giorni qui se n'è andato.
Forse non reggeva la vita da campeggio che, in effetti, può anche non piacere.
A me, devo dire, non dispiace.
Mi alzo presto, mangio cose apparentemente salutari e in quantità umane, mi lavo nel fiume e cago nelle foreste. E intanto lavoro alla costruzione delle varie cose per il festival, faccio foto e mi preparo all'evento che dovremo poi documentare e promuovere.
Sono qui da una settimana (e resterò per altri 7 giorni, fino al 18), che mi sembra un mese.
Vita spartana, come a Divnogore, ma in scala 1:100.
Bisogna preparare quattro palcoscenici diversi, il che implica anche un certo lavoro di manovalanza; dopodichè, finito il concerto, che durerà dall'11 (stasera) al 14 giugno, sbaracchiamo tutto e tornerò a Mosca con Elena e le altre tre ragazze del team reclutato da Passage Zebra, per una tre giorni in cui stileremo il nostro report sull'evento.
Qui, per adesso, il lavoro non manca. Certi giorni faccio pure il pittore a tempo pieno, per le decorazioni dei palcoscenici... pare che da queste parti apprezzino molto le mie creazioni.

Oltre a Padre Harley (che è russo pure lui, ovviamente si tratta di uno pseudonimo) ci sono altri fenomeni di rilievo che cooperano qui, tutti abbastanza sullo stile alternativo. Diciamo che dove sto io sembra più una comune che non una zona camping per l'amministrazione del festival.
C'è chi fa da mangiare (alle volte pure io, e a grande richiesta del popolo!), chi lavora ai palchi, chi alle parti tecniche, chi procura materiale, chi di qua e chi di là... ma nel complesso tutto funziona, anche grazie allo stakanovismo di alcuni esemplari, come Andrej.
Amico di Harley, lo chiamiamo tutti Brad perchè, li mortacci sua, somiglia molto al Brad Pitt gitano di The Snatch (quando poi parla in russo veloce coi suoi soci non vi dico!).
La mattina suona la tromba a mo' di sveglia per il campo, poi va a fare yoga, mastica radici cinesi e lavora come un matto. Pure lui ride sempre, e non perde l'ilarità nemmeno quando gli vola il cellulare nella latrina dove entrambi stavamo cagando. La vita con filosofia, alla faccia...

Alcuni lavori che i ragazzi hanno già portato a termine qui hanno dell'incredibile. I butei (Cit.) hanno in pochi giorni costruito un ponte (bellissimo) sul fiume Ressa e quattro palcoscenici a tema (i "Quattro Elementi", nella fattispecie), di cui uno meraviglioso, a forma di nave, sul modello di un vascello pirata cinese. Mi piace talmente tanto che l'ho trasformato nel mio "ufficio": da lì quasi ogni giorno, sul "ponte" della nave con l'aiuto dei colori e della musica nelle orecchie ad ispirarmi, porto avanti le mie mansioni, soprattutto quelle artistico-coreografiche.
È incredibile quanta ispirazione possano darmi quelle quattro assi di legno inchiodate nel modo giusto, e abbinate alla bellezza dell'ambiente circostante e a certe canzoni CHE SO IO. L'unica cose negativa, diciamo, è che il vento soffia fortissimo e alle volte mi mette in crisi quando dipingo en plein air. Un vento ignorante, inopportuno, che spazza e non chiede scusa.
Pure il celeberrimo Sole dell'Avvenire non scherza: sorge verso le quattro, tramonta a mezzanotte e nel mentre picchia come un assassino sul ponte del vascello.
Anche il ponte sul piccolo fiume Ressa è davvero figo.
Alcuni architetti in erba (spero non troppa) tra cui il mitico catalano Francesc, ci hanno pure costruito una mini piattaforma sull'acqua sulla quale la notte facciamo botellón; da lì guardiamo la gente passare sul ponte di legno addobbato con certe lampade rosse che, con un po' di fantasia, ti portano fino quasi in Cina, tra la nebbiolina che sale dall'acqua del Ressa (mai tiepida quanto di sera) e il suono incessante dei tamburi: un ritmo rosso e tondo come le lampade sul ponte.

Così si va avanti, qui. Ogni giorno arrivano volontari nuovi, e pure loro si fanno contagiare dal clima piuttosto sereno di quaggiù.
L'unica pecca è che con l'inglese qui si sopravvive abbastanza (a differenza della piccola Divnogore), e quindi il russo lo pratico un po' di meno... va bè insomma, accontentiamoci.
Mhh... no, non è da me dire così... sarà mica colpa dell'atmosfera rilassata e volemosebene di queste parti..?
Mhh! Padre Harley dovrà darmi spiegazioni anche su questo.
Sorridendo da sotto la barba, ovviamente.

1 Commenti:

Blogger Gy ha detto...

ciao!!!!!!!!!!!!!!

18 dicembre 2008 alle ore 18:57  

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