Non mi troverete mai

* Blog in fase di aggiornamento... scusate il disordine (e la presenza di alcuni post...ancora vuoti!)

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Sono sempre stato un curioso, un bastiancontrario e un rompicoglioni. Quando verso gli otto anni gli altri bambini iniziavano a dubitare dell'esistenza di Babbo Natale, io ero talmente più avanti da essere scettico sul fatto che potessero esistere "i genitori". Fossi nato nel '500 probabilmente sarei stato un esploratore, o un navigatore, o anche solo un mozzo o un vagabondo. Fossi nato in un futuro tipo Star Wars sarei stato una specie di Han Solo o, alle brutte, un Wookie poco peloso. Sfortunatamente sono cresciuto in un'Italia dilaniata da Vespa, dalla De Filippi, da Pippo Inzaghi. Ma sto cercando di uscirne. Ogniqualvolta l'avventura tornerà a fare visita alla mia vita, questo blog avrà qualcosa da dire. Forse.

martedì 10 ottobre 2006

Jungle 2 Jungle

Da una giungla ad un'altra.
Se nell'omonimo film il ragazzino aborigeno finiva nella grande metropoli, io in quest'ultimo weekend ho compiuto il tragitto opposto: da Buenos Aires alla Selva Misionera, nel nord del paese al confine con Brasile e Paraguay.
Dopo SOLO 18 ore di pullman arrivo a Puerto Iguazú, per vedere le celebri cascate. Porto con me una guida Lonely Planet in inglese che ho sottratto infingardo al mio appartamento...pare non sia di nessuno dei ragazzi...per ora la uso io!

Capitolo numero A - La vecchietta sapeva
Puerto Iguazú (Prov. di Misiones, Argentina). Sabato 7-10.
Scendo dal bus dopo un viaggio piuttosto lunghetto, ma per fermare me ci vuole ben a..ffleck (Citaz.): così chiedo dove sta la via dell'ostello più raccomandato dalla guida. Una vecchietta spennaturisti che vende artigianato locale mi consiglia però di vederne anche un'altro, che per lei è migliore...tanto la strada è la stessa. Così vado, li vedo entrambi, e alla fine do ragione alla sciura. Parcheggio le mie poche cose, dopodiché chiedo alla receptionista un po' di informazioni turistiche per visitare i due lati delle cascate...e casualmente lilei (carina, una mora fac-simile-Laura) prende l'iniziativa e inizia a propormi gite su gite, che, guarda caso, già dall'ostello si possono organizzare (pagando).
Lì capii che la vecchietta SAPEVA, e parecchio, anche!! Magari erano d'accordo, ma in fondo ha fatto il mio gioco; era quello che volevo, senza esagerare con le spese. Il pomeriggio stesso un altro ragazzo dell'ostello (che poi capii essere il ragazzo, o qualcosa di simile, della mora) mi accompagna in macchina in Brasile per vedere il lato brasiliano delle Cataratas.
Foz do Iguaçu (Stato del Paraná, Brasile):
Marco (così si chiama) mi lascia in un parcheggio vicino al Parque las Aves...faccio qualche foto agli uccelli e agli animali del parco e poi vado alle cascate: il Parque Nacional do Iguaçu. Bello. Il sentiero che guida fino all'acqua passa per il fogliame..e io mi gaso a fermarmi ogni volta che sento frush frush nella vegetazione e sbirciare per vedere che animale è...ce n'erano veramente tanti..e strani! (oddio strani per voi forse...io li conoscevo già quasi tutti, sia chiaro...però vederli liberi è sempre un'altra cosa!)
Arrivo alle cascate e cerco di fare foto al panorama. Perchè dico "cerco"? Provate voi a muovervi con un'orda di brasilianine bianche sedicenni (e sedicenti, Autocitaz.) che fanno le sceme e ti mordono le chiappe...In pochi attimi divento l'attrazione principale della scolaresca.
Specie protetta, dovrebbero farci..a me e a tutti gli itaGLIani piacioni all'estero...altro che farci pagare il biglietto del parco!

Capitolo numero B - Coati Bruno... presente
Tornato in Argentina, il giorno dopo, domenica 8, visito il lato argentino (si chiama uguale, solo in spagnolo): Parque Nacional del Iguazú.
Devo dire molto meglio di quello brasiliano: grande dieci volte tanto e soprattutto molti più sentieri, stradine, trenini e posti vari da fare.
Da Dio anche dal lato zoologico, per me sempre prioritario: ci sono roditori di grossa taglia, serpenti a piede libero, tegú (tipo varano), yacaré (tipo caimano), vencejos (rondinelle che nidificano dentro la cascata..da panico), jote (avvoltoi che ronzano intorno per binare le rondini o chi per esse)..e soprattutto il coati. Tempo fa il Nevio sbirciando nella mia enciclopedia artigianale degli animali (le foto che ho sul computer) mi fa: "Coati Bruno"? E chi è, un tuo amico? In effetti sembra un nome & cognome di persona, e non ci avevo mai pensato.
Il coati è uno dei simboli del parco, una specie di orsetto lavatore dalla doppia personalità.
Direi un incrocio tra un peluche e il Tromba.
Tenero e coccoloso come un Trudi quando ti si avvicina trotterellando; famelico come una tigre se vede che possiedi del cibo...!
Comunque guardatevi le foto nell'apposito album Iguazú..così vi fate un'idea. (*http://operazionecenafuori.spaces.live.com/)
Dopo una gita in gommone molto bagnata, attraverso il fiume e vado sulla Isla San Martín, al centro delle cascate (giù, dopo il salto). Bellissima: a parte che ti devi inerpicare per una salita tipo Mordor del Signore degli Anelli, poi l'isola è incredibile..sembra un po' Nublar (quella di Jurassic Park, ricordate?) in miniatura, e ci vivono solo varani, belli grossi, e gli avvoltoi, che hanno istituito una specie di aviraduno in una gola rocciosa all'interno.
Mi riservo per ultima la Gola del Diavolo (Garganta del Diablo), vera e propria portata principale del parco. Prendo un trenino che si arrampica su fin dove il fiume Iguazú è ancora tranquillo e scorre in una giungla che fa molto Vietnam. Poi si cammina per un ponte lunghissimo (sotto di noi un benaugurante caimano pasteggia..) fino alla Gola, ovvero una rientranza nella cascata dove l'acqua fa ancora più casino e impressione.
Finisco la giornata da documentarista solo quando perfino la macchina fotografica, esausta, mi scrive sul display: "Oh Vecchio, io ne ho le batterie piene di far foto a 'ste bestie, per non parlare del tuo cappello...!"
Così mi incammino verso la via del ritorno, e anche stavolta faccio i conti con le ragazzine che fanno le stupide...un cinno argentino poi mi urla (scambiandomi per americano, e col mio cappello capita spesso):"Hola, Yankee" (sinonimo di Gringo, statunitense). Da notare come la pronuncia argentina non sia "Yenchii", ma un improbabile "Sciánchi"... Io comunque capisco, ma lascio correre: avrei potuto dagli tranquillamente del napoletano, viste le analogie, ma 1) siamo a casa sua, e perciò ha ragione lui, 2) non credo avrebbe capito.


Capitolo numero C - Passaguay
Ciudad del Este (Paraguay). Lunedì 9-10.
Per concludere la mia gita sul Paraná sconfino in Paraguay con dei ragazzi spagnoli conosciuti ieri, ma solo in mattinata, tanto per vedere com'è. Uréeeeeeeeeend! La Ciudad non è altro che un'accozzaglia di negozi di elettronica a basso prezzo, ambulanti in ogni dove, venditori d'erba e null'altro.. Così dopo un paio d'ore ho già ri-attraversato il ponte sul Paraná, fiume che fa da confine tra il Paraguay e Brasile-Argentina.
Inoltre, credo che lo stesso nome Paraguay sia inappropriato: qui i Guai non li...PARAno, né li schivano, anzi. Se li pigliano dritti sui denti. Dovevano chiamarlo Tantiguay, o Passaguay, o Troppiguay, o Cercaguay...insomma non Paraguay.
(L'Uruguay è diverso: ci sono stato a gennaio scorso e lì invece i Guay li...URUivano un casino...)
Infine sia la lingua principale che la moneta del Paraguay si chiamano Guaraní.

A differenza del Guaraná, però, non ti tirano affatto su di morale, specie se sei paraguaiano:
1) Quella lingua lì non serve a un cazzo perchè la parlano solo loro (un po' come l'italiano).
2) La moneta non vale praticamente nulla!! Insomma..un bèl pustàzz...

Epilogo - Il Briatore del Paraná
Tornando dal Paraguay, spiego agli spagnoli sul pullman da che parte dell'Italia vengo, e mi sento interrompere da un "Ma che sei italiano?"
Io -"Sì. Provincia di Mantova."
Lui -"Anch'io"
Io -"Suzzara"
Lui -"Quingentole". Resto muto. È un tipo di 50 anni, brizzolato e consapevole di esserlo. Occhialazzi da Briatore e braghe mimetiche, accento più emiliano che mantovano, inframezzato da qualche parola latinamericana.
Mi fa:"Sono Maurizio B********i, ex proprietario e socio fondatore del Bambù" - Un "Mi Cojoni" sarebbe stato d'obbligo, ma mi sono trattenuto. Mi racconta la sua storia e mi lascia il suo numero...mi spiega come si diverte quaggiù da tre anni, mi chiede se voglio uscire con lui...a divertirmi, e infine e mi chiede se mi piace il Bambù. Cala un gelo artico tra di noi, e gli spiego che le discoteche italiane mi fanno schifo, e perchè.
Lui, comunque cordialissimo, incassa il fatto che non sono un discotecaro, e rinnova l'invito. Lo ringrazio e ci promettiamo di ritrovarci se verrà a Buenos Aires..in fondo è stato molto gentile.

Chissà. Piccolo il mondo.
Oppure grande la provincia di Mantova...no?

2 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

11/10/06 02.41
(http://www.clarina.it/oltrevisione)

Io direi...grande la provincia di Mantova!Bei posti, bella gente e bella sbrabez!Vorrei qualche dettaglio in più sulle brasiliane...mi pare che tu stia omettendo qualcosa ;-) Continua così vecchio! Per quanto mi riguarda ti rimando al mio blog e poi ci si sentirà!
Ciao Gringo!

9 maggio 2008 alle ore 13:26  
Anonymous Anonimo ha detto...

12/10/06 17.12
(http://stefipera.spaces.live.com/)

Un grazie speciale dal Clan Perrotta che ne approfitta per ricordarti che sei uno dei "nostri".

Giammy ti saluta e ti ringrazia... sorridente ripensando a te... e alle tue imitazioni mai così originali.

Gia che ci sei.. mandami una mail col tuo numero di cell argentino.. cosi ti chiamo.

Un abbraccio tra "Re"!!!


Stefano

9 maggio 2008 alle ore 13:27  

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