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Sono sempre stato un curioso, un bastiancontrario e un rompicoglioni. Quando verso gli otto anni gli altri bambini iniziavano a dubitare dell'esistenza di Babbo Natale, io ero talmente più avanti da essere scettico sul fatto che potessero esistere "i genitori". Fossi nato nel '500 probabilmente sarei stato un esploratore, o un navigatore, o anche solo un mozzo o un vagabondo. Fossi nato in un futuro tipo Star Wars sarei stato una specie di Han Solo o, alle brutte, un Wookie poco peloso. Sfortunatamente sono cresciuto in un'Italia dilaniata da Vespa, dalla De Filippi, da Pippo Inzaghi. Ma sto cercando di uscirne. Ogniqualvolta l'avventura tornerà a fare visita alla mia vita, questo blog avrà qualcosa da dire. Forse.

martedì 17 ottobre 2006

Por-Cile

Questa storia inizia il venerdì scorso, data per la quale io e Simon il germanico avevamo acquistato due biglietti andata e ritorno per Santiago del Cile.

Inizio la giornata in un Internet Café dove il portale yahoo mi informa che "oggi è venerdì 13" ... che cosa succederà? Sfanculo amabilmente il malaugurante annuncio e tiro dritto per la mia strada.
Ma era solo l'inizio della fine. Arrivati in stazione autobus vado per mero scrupolo ad assicurarmi dall'ufficio che sia tutto ok, e la tipina mi dice Nnnnno! (Citaz. Bito)
La funesta relatrice mi informa - peraltro tartagliando in un modo che avrebbe irritato persino Mahatma Gandhi, trasformandolo di colpo in Chuck Norris - che il passo sulle Ande che collega Argentina e Cile era chiuso per neve. Se poi aggiungiamo che la mattina stessa Simon mi aveva chiesto "Ma secondo te valicando la Cordigliera ne vediamo almeno un po' di neve?" allora appare chiaro che è un intero cerchio a chiudersi. Ma la cosa da ridere è che per una curiosa politica aziendale la compagnia TAC non prevede rimborsi di biglietti nel caso il pagamento sia stato effettuato con carta di credito e non con contante.. Ovviamente Simon martedì deve lavorare e perciò procrastinare il tutto di un giorno SPERANDO che il giorno seguente la neve sia stata sgombrata è inutile perchè non ci sarebbero comunque i tempi per fare la cosa...per di più perdendo il denaro, a meno che non si vada un altro weekend nei prossimi due mesi...ma ciò non rientra per nulla nei progetti miei e di Simon.
Cornuti e mazziati. Il 13 ha colpito, e a fondo, per giunta.
Torno a casa e mi faccio un brutto viaggio, ovviamente. Tutto oggi va male. Se non altro il crucco ottiene il permesso per tornare a lavorare il mercoledì...ma a che serve? Tanto figurati se 'sti solerti lavoratori argentino-cileni mi sgombrano il passo stritolato dal ghiaccio in un giorno e mezzo...Impossibile.
E invece no. La notizia arriva alle 14.30 del sabato, dopo la millesima mia chiamata all'ufficio della compagnia. Ironia della sorte è proprio la tartagliatrice a rispondermi di nuovo dicendomi - "E-El paso es-está abie-abierto" - Incredibile. O forse no. Non dimentichiamo che venerdì 13 dura solo un giorno, inclusi i suoi effetti nefasti. Ora il problema è un altro. Manca poco alla partenza del bus e Simon si è appena svegliato. Non sarà una paglia metterlo alla via per la partenza... Inizia a prepararsi con la calma che lo contraddistingue .. incredibile. Dai Vecchio, il tempo è tiranno. Mi adopero per agevolare la sua preparazione, ma è impresa ardua...un po' come fare un cross perfetto davanti alla porta a Stevie Wonder.. lo sai che tanto non segnerà. Perciò prendo in prestito da altri la pazienza che Mamma non mi ha dato in dotazione di serie e aspetto. Alla fine ce la facciamo. Arriviamo - nemmeno tanto al pelo - sul bus nonostante prima si dovesse passare per l'ufficio dove l'impiegato ti deve porre la data del giorno per convalidare il biglietto di ieri.. ovviamente sempre con calma olimpica (nonostante io manifestassi ventiquattro tic nervosi contemporaneamente). Fa niente. Partiti. Si va in Cile.
Venti ore di pullman con pausa a Mendoza e paesaggi maestosi a cavallo della Cordigliera. Il famigerato Paso los Libertadores che collega i due paesi - nonché responsabile del nostro ritardo - è qualcosa di spettacolare - vedetevi le foto appena le metto - e così arriviamo a Santiago di buonumore.
Incontriamo Elena, cileno-peruviana cugina di un'amica di Simon che vive in Tedeschia... e che ci aiuta a trovare l'hotel e ci fa da guida il primo giorno. Gentilissima.
La sera invece usciamo solo io e lui, e andiamo in un pub dove dopo un po' mi arriva una bionda (tinta, eh...) che ci fa (oddio non proprio così ma ho pensato che parafrasare le avventure bolognesi di Ste e Bito in questo caso potesse risultare molto...icastico per chi sa a cosa mi riferisco)...
Lei - "Ciao...venite al tavolo là che vi vogliono conoscere.."
Io - "Ah sì? Davvero...?"
Lei - "Sì dai...vieni che ho delle amiche ciuccione..."
Io - "Prego?"
Lei - "Cioè...insomma, ho delle amiche...mmmh....VERE...!"
Chi sa a quale storia mi riferisco può immaginare quanto mi facesse ridere la situazione, anche se le parole erano un po' diverse...Il contesto però era abbastanza simile.
A parte forse un paio di loro il livello non era ottimale, ma la serata diventa comunque gradevole.
Il giorno dopo io e Simon andiamo al mare...a Viña del Mar, che non sarebbe neanche male se non fosse che, solo ed esclusivamente QUEL giorno, il tempo è stato parecchio sfigato...va bè...vedo per la prima volta nella mia vita l'Oceano Pacifico, mi intrippo su un gabbiano che sbrana un granchio (sapete come faccio quando il Sacro Spirito di Piero Angela si impadronisce del mio corpo...)...e a metà pomeriggio torniamo a Santiago...
Incontriamo di nuovo le tipe...ne arriva un'altra nuova...piuttosto carina (e come le altre senza moroso), ma non ci sono molti margini di trattativa anche perchè già domattina si riparte..Simon deve lavorare, e io beh... per adesso non ne parlo per scaramanzia ma... mi è sopraggiunto via mail un impegno inaspettato e molto gradito (ambito scolastico, eh..tranquillizzatevi) dal remoto Tucumán, che già l'anno scorso ho visitato col Ghero... sarà una mazzata ma devo, posso e voglio farlo...
Quando arriverò a Buenos Aires avrò così poche ore per rifare lo zaino e sorbirmi un'altra quindicina di ore di bus (sparo così a occhio eh...magari sono di più ma spero di no) per arrivare il giovedì a San Miguel de Tucumán dove mi aspetteranno, chissà, forse nuove imperdibili avventure.


E non ci sono tregue.

È la storia che prosegue.

2 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

18/10/06 00.10
(http://fabiussssss.spaces.live.com/)

ciaaaaaaooooooooooooooooo
Febio

9 maggio 2008 alle ore 13:30  
Anonymous Anonimo ha detto...

22/10/06 23.41
(http://stefipera.spaces.live.com/)

Vecchio, mi sono appena sparato in vena la doppietta (cioè i tuoi ultimi due post)...
Brividi di notte fonda e di caffé...
Ieri sono stato a Barca... festa e festa... Praticamente 8 litri di sangri in 3... più birre... e tanta di quella patata... che non credevo ai miei occhi...
...torneremo spesso in quel di Barcelona...
Poi, e se leggerai il mio blog capirai meglio, abbiamo incontrato un "vecchiaccio molto originale"...
Ti abbraccio forte e ti confido che mi sorride il cuore a saperti nel tuo "habitat naturale". Mi spiace solo di non esser li con te.
Ma un giorno ci rivedremo, ma non ancora...
Se ti va, arricchisci un po anche il mio blog con qualche perla...
C'è anche un sondaggio (inutile...).
Ciao bello.
Ti abbraccio.

By L'altro Re

9 maggio 2008 alle ore 13:30  

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