Non mi troverete mai

* Blog in fase di aggiornamento... scusate il disordine (e la presenza di alcuni post...ancora vuoti!)

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Sono sempre stato un curioso, un bastiancontrario e un rompicoglioni. Quando verso gli otto anni gli altri bambini iniziavano a dubitare dell'esistenza di Babbo Natale, io ero talmente più avanti da essere scettico sul fatto che potessero esistere "i genitori". Fossi nato nel '500 probabilmente sarei stato un esploratore, o un navigatore, o anche solo un mozzo o un vagabondo. Fossi nato in un futuro tipo Star Wars sarei stato una specie di Han Solo o, alle brutte, un Wookie poco peloso. Sfortunatamente sono cresciuto in un'Italia dilaniata da Vespa, dalla De Filippi, da Pippo Inzaghi. Ma sto cercando di uscirne. Ogniqualvolta l'avventura tornerà a fare visita alla mia vita, questo blog avrà qualcosa da dire. Forse.

giovedì 9 novembre 2006

Pablo è vivo

San Telmo, Buenos Angeles.
Sì, sono tornato.
Dopo due settimane e mezza a zonzo per il nord domenica scorsa ho deciso che era giunto il momento di far rivedere la mia brutta faccia ai miei coinquilini. Curioso come ultimamente scriva soltanto un intervento a settimana, ma... a volte non sono dell'umore giusto, o non c'è molto da scrivere. Oggi però sto bene, e ho voglia di farlo, anche perchè credo di non passarmela male (per intenderci, alla domanda "Come te la páset?" risponderei: "Col saón"... citando Stefano, Ale ed il trentino idioma).
Tucumán mi manca, chiaro, e con la città tutta una serie di cose.
No. Alt. Fermi: comincio da prima.
Sabato scorso. Dovevo passare dalla tipa per salutarla prima di partire, e l'ho trovata in...giornata-no. Nel senso che ci aveva un po' di storie sue e non era molto dell'umore. Al che ho fatto una cosa che di solito non faccio: pressato dal poco tempo a disposizione, e conscio che (almeno fino al mio prossimo giro nel Tucumán) per un po' non ci saremmo visti... le ho cacato i maroni.
Sì, del tipo daichepoinoncivediamo, approfittiamointantochesonqua, perchedicicosì... ho fatto un po' il "moroso terrone", per intenderci.
E se consideriamo che nessuna delle due condizioni menzionate mi apparteneva (oddio, la seconda soprattutto, ma nemmeno la prima!), inizio a credere che forse ho sb.. ho sb.. ho sb.. (Citaz. Henry Winkler, Happy Days).
Sta di fatto che mi spara un paio di concetti sgradevoli, ci alteriamo, e la conversazione assume i contorni di una seduta del Brogiesso di Bbbbiscardi. La serata non si conclude male, però. Andiamo a mangiare fuori in un locale con alcuni amici suoi davvero fortissimi. Beviamo e ridiamo, e vado a letto contento, tutto sommato.
Così torno a Baires. Non scoglionato, intendiamoci, però con la consapevolezza, forse, di aver cagato fuori dal vaso, e rendendomi conto che era un peccato. Mi propongo di scriverle una mail dove "confondere i miei alibi e le sue ragioni" (Rimmelsemicitaz.), e spiegarle un po' le cose a mente fredda, dopodiché... veda lei.
Faccia di me... quello che vuole.
Faccia di me... quello che crede.
Faccia di me... rda. (E. Iacchetti, Poesie Bonsai)


Ma torniamo a Buenos Aires. Riprendo la vita di prima, anzi no. Mi accorgo che adesso sono io che la vivo diversamente.
Reduce da una settimana movimentata e avventurosa mi rendo conto che ho bisogno di muovermi di più. Così prendo a correre ogni sera un'oretta nel Parque Lezama sotto casa mia, a San Telmo. Corro e penso, e per di più un po' d'esercizio fisico non guasta. Non sono ingrassato, credo (anzi), da quando sto qua, ma questa non è una buona scusa per iniziare ora.
Solo che non è tutto qui.
Diciamo che innanzitutto la mia vuelta al nord, oltre a farmi trovare dei dati per il mio lavoro mi ha anche dato idee nuove e - credo - migliori su come impostarlo e su come cercare i dati che mi mancano qui nella capitale. Gli uffici che ho proficuamente setacciato ieri e l'altro ieri a pensarci bene ce li avevo alla portata anche prima di andare a Tucumán. Solo che non sapevo bene come adesso cosa cercarci e come cercarlo. Ora sì.
Ma non basta. Cioè, per il mio progetto va più che bene, eh... no, è che sto parlando di me, adesso.
È che mi manca la vita incerta e avventurosa del nord. E non parlo di tipe, sia chiaro. No, c'era altro.
Svegliarti con alcuni impegni ed appuntamenti sull'agenda, uno di qua e un altro di là, ma non avere di fatto la più puta idea di quello che ti sta per succedere, e tuttavia sapere che in ogni caso ti piacerà.
Questo sì mi manca.
Sorrido quando nella mia testa rivedo l'istantanea di Gabriela, Flavia e Dolores che passano con la camioneta a pigliarmi (senza conoscermi, a parte Gabi) per andare ad Orán, e io mi presento veramente STOICOvić in bermuda, birrissimo smanicato d'ordinanza, barba discutibile e un'altrettanto opinabile capigliatura di vago sapore nedvědiano.
Maronna, se ero tamarro...
Però in una situazione come quella ero perfetto.
Mi manca tutto questo, e anche se Buenos Aires è una città fantastica, qui non posso sentirmi allo stesso modo.
È sorprendente come la vita ti imponga repentini cambi di stile senza preavvisare. A volte è difficile accettarli.
Solo una settimana fa, per farvi un esempio illuminante, mi sentivo Rocco a Praga.
Adesso, al massimo, Max Pezzali a Pavia.
Credo renda l'idea.



Concludo parlando di un ragazzo che ieri mi ha aiutato davvero un casino, forse risparmiandomi una caterva di faticosi viaggi e avventurosi spostamenti (... mannaggia a lui...) nei giorni a venire.
Pablo. Così si chiama.
Lavora al Ministero di Salute della Nazione, e l'ho incontrato l'altro ieri per la prima volta tramite un contatto creato (indovina dove?) a Tucumán. Ci eravamo accordati per incontrarci ieri e cercare tutto quello che necessitavo di un determinato tema. E così è stato.
Pablo mi riceve alle 4 e iniziamo la sessione di ricerca. Efficienza impressionante, ed è anche simpatico. Parliamo.
Nei nostri discorsi si aggregano anche altri dello stesso grande ufficio (sez. di epidemiologia), ed in breve il Ministero diventa un grande bar.
Solo che ridendo e scherzando tiriamo giù un casino di dati, e devo dire che sommandoli a quelli che avevo già trovato io all'istituto di statistica nazionale beh... mi potrebbero togliere molte castagne dal fuoco. (Ah, non c'entra un cazzo: nel frattempo la tipa mi risponde alla mail, che Pablo gentilmente mi ha fatto controllare dal suo ufficio, e sembra... tutt'altro che contrariata! Bene così)
Parlando e lavorando facciamo le otto e un quarto... lo stesso Pablo non se ne era reso conto! Doveva ancora spedire il suo resoconto epidemiologico giornaliero e la sua ragazza lo aspettava per cena! Grazie, Pablo. Forse per aiutarmi ti stai scavando la fossa da solo, ma per me sei un eroe.

Hanno ammazzato Pablo.
Pablo è vivo.

2 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

09/11/06 20.47
(http://stefipera.spaces.live.com/)

Ho pochissimo tempo solo x dirti che ho salvato il tuo post nei documenti e me lo leggero sta notte...
... secco come un palo (immagino...).
Doma ho l'esame di economia internazionale... mao...
Ho un sacco di cose da raccontarti... successe tutte da quando sono entrato in questa "tanto desiderata ed attesa" casa!
Ma non sarà di certo "qui".. che ti svelerò le mie "storiacce".
Ciao Franz...
E se ti dicessi... "The Angel"... cosa ti verrebbe in mente?
E... "Perfezione + 1"?
Ciao bello...
... e preparati a leggere una mail... "delle mie"...

Adeu!!!

9 maggio 2008 alle ore 13:59  
Anonymous Anonimo ha detto...

14/11/06 11.38
(http://stefipera.spaces.live.com/)

Che dire...
Forse che puoi capire meglio di chiunque altro cosa significhi perdere una persona cara?
Forse che trovo in te un esempio da seguire nel vedere come sei, ora, nonostante quella perdita?
O forse solo un grazie "fraterno" a quella persona "co-protagonista", con me, di quel fantastico "telefilm a puntate che è la nostra amicizia". (Ricordi...? Ma certo che si...).
Un abbraccio intercontinentale...
Ciao Franz.

9 maggio 2008 alle ore 14:00  

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