Non mi troverete mai

* Blog in fase di aggiornamento... scusate il disordine (e la presenza di alcuni post...ancora vuoti!)

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Sono sempre stato un curioso, un bastiancontrario e un rompicoglioni. Quando verso gli otto anni gli altri bambini iniziavano a dubitare dell'esistenza di Babbo Natale, io ero talmente più avanti da essere scettico sul fatto che potessero esistere "i genitori". Fossi nato nel '500 probabilmente sarei stato un esploratore, o un navigatore, o anche solo un mozzo o un vagabondo. Fossi nato in un futuro tipo Star Wars sarei stato una specie di Han Solo o, alle brutte, un Wookie poco peloso. Sfortunatamente sono cresciuto in un'Italia dilaniata da Vespa, dalla De Filippi, da Pippo Inzaghi. Ma sto cercando di uscirne. Ogniqualvolta l'avventura tornerà a fare visita alla mia vita, questo blog avrà qualcosa da dire. Forse.

domenica 26 novembre 2006

Diario in Bolivia

Tupiza (Bolivia), domenica 26 novembre.
Alle 2 e mezza ho già la corriera che ripercorrerà a ritroso il percorso fatto per arrivare fin qui, per poi arrivare a Salta, dove spero di procedere al meglio con le ricerche. I contatti li ho già, in teoria. Vedremo.
Mo' devo cagare... torno tra un po'.
(...) Sfloosh...




Oh, arieccomi... ne ho approfittato anche per mangiare un boccone nell'unico ristorante italiano all'estero dove si mangia davvero simil-italiano (o comunque bene), e dove ieri peraltro ho incontrato una coppia di bergamaschi miei coetanei davvero alla bona...a proposito, da quando il Fiacca mi ha iniziato al filoatalantismo pare che abbia un feeling tutto particolare con quelli di Bèrghem... mi sembrano tutti simpatici!


Passo indietro. Eravamo rimasti a Jujuy... dove il venerdì mattina già avevo finito i miei impegni. Tutto abbastanza bene, devo dire. Ora mancano i dati di Salta, ma ho pensato: "visto che venerdì pomeriggio, sabato e domenica è tutto chiuso anche là, tanto vale che mi faccia un weekend cazzuto..."
Così ho preso l'autobus per La Quiaca, estremo nord della Repubblica Argentina, e confinante con la sua gemella boliviana, Villazón.
Già subito dopo la frontiera, nel farmi timbrare il passaporto e nel cambiare un po' di soldi (che si chiamano bolivianos.. fantasia portami via...), ho esperito la leggendaria (d)efficienza locale coi clienti.. non credo lo facciano di proposito, solo diciamo che "lavorare non è il loro lavoro". (Autocitaz.)
Però non sono antipatici, anzi, tranquillissimi (proprio qui sta il problema!).


Altro autobus per Tupiza (2 ore a nord), dove pare sia vissuto (e ora sepolto) quel Butch Cassidy su cui hanno fatto il film western.. non che me ne fregasse molto di tutto ciò, in verità, senonchè ho fatto 2+2 pensando che i paesaggi da Far West mi hanno sempre gasato. Arrivo, colaziono (licenza poetica sequestrata), mi riposo un'oretta e mi metto in pista: il mio corpo gridava vendetta, ma quando sono carico di testa il "suo" parere è irrilevante.
Così salgo sopra un cavallo e mi infilo tra i canyon.
Mi accompagna Héber (o qualcosa del genere), cinno dodicenne che però galoppa come Terence Hill. Qui imparano presto, ma poi a pensarci bene alla sua età anch'io ero un mezzo campioncino.. adesso però la mia preparazione atletica è a livelli Bobovieri... comunque gli stavo dietro abbastanza bene.
Paesaggi davvero da Sergio Leone. Credo che le quattro zampe siano in assoluto il mezzo migliore per goderseli gasandosi. All'inizio si era pure rannuvolato, con tre gocce tre di pioggia, ma ben presto il sole si sarebbe rifatto con gli interessi. Il primo canyon si chiamava Cañon del Duende, e ci entravi passando per una fessurina nella roccia rossa davvero suggestiva. Dentro era infestato da capre pressappoco domestiche in libera uscita. Lì incontro due ragazzi, pure loro a cavallo: lui, irlandese senza il dono della lingua spagnola; lei, inglese, 31 anni-ma-non-li-dimostro, piuttosto appetibile, soprattutto quando sottolinea con un pennarello spesso quattro centimetri che "io e lui siamo solo amici".
Mi vengono gli occhi alla Schillaci.


Esce il sole, e facciamo una parte del tragitto insieme. Al che decido di fare un po' la rockstar...
Punto primo, fa caldissimo, e io mollo le redini denudandomi da vero itagliano.
Come seconda cosa, mi cade (per caso, giuro!) la similfrusta (rudimentale, eh... era un ramoscello strappato per strada, o, come direbbe Pasquale del Grande Fratello: "È UN RÀAAM" ... Ste, ricordi?), e siccome vedo che ce li ho dietro di me, faccio il fenomeno: scendo in corsa, lascio andare il cavallo, corro a raccattare l'indispensabile arbusto, RINCORRO l'animale, ci rimonto alla bersagliera e faccio la differenza. Brividi a quaranta gradi sotto il sole.
Purtroppo dopo un po' la tipa e gli altri (erano in gruppo, mentre io, torello, ero in solitaria) cambiano percorso. Mannaggia... chissà... magari... Ma mi resta la soddisfazione di aver fatto il Jimmy (ndr: = Jimmy il Fenomeno, di Drive-Iniana memoria), e di averlo fatto bbbène.
Polvere siamo e polvere torneremo.
Nel frattempo... Superstar. (Citaz. L. Bianchini, Ti seguo ogni notte)


Il cammino prosegue per il Cañon de los Incas e la Puerta del Diablo. Sì, qui coi nomi non scherzano.
Non so quanti chilometri avremo fatto, ma in cinque ore (con tratti al galoppo) credo parecchi.
Rientro e sono divelto, culo a brandelli e ginocchia ridotte che neanche Robi Baggio a fine carriera...

Ma ne è valsa la pena.
Qui ne vale sempre la pena.
Questi posti non ti deludono mai.
E se ti deludono, forse, è per colpa tua.

1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

26/11/06 17.45
(http://stefipera.spaces.live.com/)

"Che puzza di merda..." (Cit.)

Dorian Gray is back!!!

9 maggio 2008 alle ore 14:05  

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