Non mi troverete mai

* Blog in fase di aggiornamento... scusate il disordine (e la presenza di alcuni post...ancora vuoti!)

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Sono sempre stato un curioso, un bastiancontrario e un rompicoglioni. Quando verso gli otto anni gli altri bambini iniziavano a dubitare dell'esistenza di Babbo Natale, io ero talmente più avanti da essere scettico sul fatto che potessero esistere "i genitori". Fossi nato nel '500 probabilmente sarei stato un esploratore, o un navigatore, o anche solo un mozzo o un vagabondo. Fossi nato in un futuro tipo Star Wars sarei stato una specie di Han Solo o, alle brutte, un Wookie poco peloso. Sfortunatamente sono cresciuto in un'Italia dilaniata da Vespa, dalla De Filippi, da Pippo Inzaghi. Ma sto cercando di uscirne. Ogniqualvolta l'avventura tornerà a fare visita alla mia vita, questo blog avrà qualcosa da dire. Forse.

martedì 31 luglio 2007

Macedonia

(coming soon...)

giovedì 19 luglio 2007

Bergen de húra

Luglio 2007.
Succede che tra una cosa e l'altra il sei agosto iniziero' un stage in una ditta di consulenza di Ferrara che si occupa di cooperazione e sviluppo internazionale.
Problema: i miei amici andranno TUTTI in vacanza ad agosto, chi di qua, chi di la'. Ho provato a vedere se c'era qualcuno che fosse libero a luglio ma guardacihopprovatoveramenteniennnte...
E io? Va beh... andro' a fare un giro da solo... una volta piu' una volta meno...
Cosi' do un giro al mappamondo e il mio dito si ferma sulla Norvegia, che peraltro non ho mai visitato.
Prenoto un volo stracciato dal 13 al 18 del mese, che poi per l'ultima di luglio avro gia' un altro piccolo ma piacevole progetto in un altro paese. Vedrete. Per ora vada per la Norvegia.
Da Bérghem (aeroporto, Orio al Serio) a Bergen. Assonanze, si'. Forse e' un segno.
Arrivo a Torp. Lasciamo stare il celebre ex-nuotatore australiano: Torp e' un paesello che potremmo definire utile quanto una terza tetta (Cit.); non fosse per l'aeroporto, che sta a Oslo come Malpensa sta a Milano.
Oslo, a proposito, non mi impressiona, a parte i prezzi, l'enorme e fabiocapellico gabbiano che svetta sulla statua dell'eroe nazionale (vedi foto) e la percentuale di gente non norvegese in giro per le strade. Ma non erano biondi e alti in Norvegia? No. Qui tutti scuri e provenienti da paesi caldi. Boh. Forse in questi giorni c'e' qualcosa di fighissimo in tv, e gli autoctoni se ne stanno tutti in casa perche' la guida dei programmi in tv non te la vendono se non sei indigeno. Si'. Mi piace. La spiegazione e' SICURAMENTE questa. Avanti.
Dopo un giorno e mezzo a zonzo libero, parto per Bergen (de húra o de hóta?).
Altra storia. Strade ciottolate, case colorate e a punta, mercato del pesce piuttosto aggressivo (sebbene a prezzi quasi accettabili), megaporto, prezzi sempre indecenti (a parte appunto il salmone al mercato, forse), e gente abbastanza bionda. Mi intrufolo in una colonia di simpatici emigrati italoispanoperuvianolocali, che mi agganciano al mercato del pesce facendo finta di non parlare la mia lingua, tra cui Maurizio, savonese che ha deciso di prendersi una pausa dal praticantato legale, e andare a vendere il pesce. Esco con loro e dormo da Maurizio perche' faccio tardi e l'ostello mi chiude fuori. A proposito di ostello, un saluto al buon Albert, canguro sydneyese con cui bevo e faccio amicizia.
Ma il clima di Bergen in questi giorni scoraggerebbe Ambrogio Fogar (Armaduk incluso), e punto verso un fiordo: l'Aurlandsfjorden. Uno a caso, diciamolo pure.
La cosa figa e' il trenino traballante che collega le ridenti (seppure cacofoniche) localita' di Myrdal e Flåm, che passando per le cascate che danno sulla valle mi portano a Flåm, dove inizio a camminare come un matto seguendo al contrario il corso dell'acqua, che da fiordo diventa fiume, poi torrente, poi ruscello, poi pisciatina, poi non so perche'-non-ci-ho-la scavatrice. Allo stadio di "pisciatina" mi accorgo di essere ormai in piena montagna, che a farmi compagnia restano solo pochi animali da pascolo, e che la fine della valle dove si trova la stazione e' lontana. Turna indré. Sempre rigorosamente pedibus.
Giornata fantastica, se eccettuiamo la perdita della coincidenza del treno a Myrdal, che mi fa stare ore e ore DA SOLO in una stazione SENZA paese intorno (e non e' un modo di dire... la citta' di Myrdal, SE esiste, non so davvero dove fosse...).
Compare l'immancabile nero della pubblicita' che mi fa: "turistafaidate?"
Io: "Si', sempre".
Lui: "Ahiahiahiahiahiahiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii".*
*L'ultimo "ahi" e' qui riportato volutamente piu' lungo, a sottolineare la sofferenza del malcapitato afro nel momento in cui gli infilavo il trolley nel culo.
No. Era un miraggio dovuto al freddo. Mi sdraio in stazione, stacco il frigo dei gelati (quantomeno inutile visto il clima) e uso la presa per caricare il lettore emmepitre', mio unico amico dopo che ho ucciso lo scassapalle di prima, nel mio cervello.
Arriva il treno per Oslo, e ci dormo da pascia'.
Il diciotto luglio, in aeroporto una ragazza bionda mi guarda. Niente male. La guardo. Va a Milano, e stara' in Italia da un'amica per qualche giorno in Riviera, dove dovro' andare pure io ospite di Bitazza. Mi gaso.
E' russa, fa la ragazza alla pari a Trondheim, e non capisce una parola di inglese: solo russki e norsk. Mi sgaso.
Leggo il suo passaporto: di cognome (traslittero dal cirillico) fa "Cistòva". Mi rigaso.
A Orio la accompagno al suo bus per Milano, ma sulla sirena strappo un numero di telefono e sguardi incoraggianti. Mi stragaso.
Tutti sti gasa & sgasa porteranno a qualcosa? La Cistòva poi effettivamente Cistàva? Che ve lo dico a fare..?
E' un'altra storia, questa.
Un'altra storia.