Non mi troverete mai

* Blog in fase di aggiornamento... scusate il disordine (e la presenza di alcuni post...ancora vuoti!)

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Sono sempre stato un curioso, un bastiancontrario e un rompicoglioni. Quando verso gli otto anni gli altri bambini iniziavano a dubitare dell'esistenza di Babbo Natale, io ero talmente più avanti da essere scettico sul fatto che potessero esistere "i genitori". Fossi nato nel '500 probabilmente sarei stato un esploratore, o un navigatore, o anche solo un mozzo o un vagabondo. Fossi nato in un futuro tipo Star Wars sarei stato una specie di Han Solo o, alle brutte, un Wookie poco peloso. Sfortunatamente sono cresciuto in un'Italia dilaniata da Vespa, dalla De Filippi, da Pippo Inzaghi. Ma sto cercando di uscirne. Ogniqualvolta l'avventura tornerà a fare visita alla mia vita, questo blog avrà qualcosa da dire. Forse.

giovedì 28 settembre 2006

In mani altrui

Movimento oggi, in Plaza de Mayo.
Ho assistito alla prima grossa manifestazione (pacifica, per la verità) da quando sono qui (se no che Argentina sarebbe?).
Immagino ce l'avessero con i sequestratori di quel López che è sparito di recente qui a Baires, sempre che sia davvero "sparito". Da notare come abbia utilizzato la traduzione italiana di una parola che qui in Argentina ritengo opportuno utilizzare con cautela, per quanto ha significato negli anni settanta. Eppure i giornali non esitano ad utilizzarla.. voi direte "Eh beh bravo stronzo, se in spagnolo "sparito" si dice così...come devono scriverlo??" - C'è del vero in tutto ciò, sta di fatto che comunque quella parola lì un po' di effetto me lo fa.
D'altronde un fornaio ebreo forse potrebbe non pronunciare mai la parola "forno", pur di uso quotidiano per lui, con la leggerezza con cui la usa un collega ...che so... di Brescia! Va bè. Esempio del Lello. Ma sono certo che avete capito.
Avevo già visto manifestazioni (studentesche) l'anno scorso nel Tucumán, col Ghero, ma qui è tutta un'altra cosa. Ripeto, per tranquillizzarvi: ultra-pacifica, eh... donne, anziani, ragazzini... con grandi aste di bambù e bandieroni biancocelesti o anche rossi (Eh sì, caro Silvio...) con scritte e facce di Eva Perón, il Che... (mancavano solo il Diego e Gardel e poi l'apoteosi dello stereotipo iconografico argentino era completa)
Ho fatto qualche foto e me ne sono andato.

Ah, ho un cellulare argentino: (0054) 1566004148... se ci avete Skype potete chiamarmi e non spenderete praticamente nulla.
Fine delle comunicazioni di servizio.


Oggi pomeriggio io e il crucco dovremmo - condizionale d'obbligo - andare alla Boca e comprarci i biglietti per il Clasico di domenica: Boca Juniors - Vélez Sársfield (ricordate? la squadra dove c'era Chilavert...con la maglia del Brescia però colori alla rovescia). Oddio, ho già nominato Brescia due volte... il Fiacca potrebbe prendersela...
Ambedue le compagini, peraltro, (mi piace questo lessico pizzuliano... aridatece Bruno!) inchiappettarono il Milan in Giappone: il Vélez nel '94, il Boca nel 2003. Per questo mi sono molto simpatiche, anche se alla fine credo che hincherò Boca, come sempre.
Già, il Boca. Devo riconoscere però che anche il River Plate ha un suo perchè. Soprattutto la maglietta, davvero stilosa.
Sputo in faccia a chi mi obietta che da suzzarese dovrei odiarla, perchè "è uguale al Mantova"... Balle. Ma avete guardato bene?
Il Mantova ha una maglia bianca (insulsa) con una riga obliqua (per non dire storta) rossa di traverso.
Il River invece, ha una bellissima banda trasversale rossa con attorno una maglietta bianca. Capite? Fa una differenza enorme.
Tant'è che oggi ho visto un'edizione straculto dell'86 (di quelle magliette retrò che ora ri-fabbricano perchè piacciono un casino) e me la sono comprata per BEN 35 pesos. (8 euri e 90 cent...!)
Avete presente quando l'adidas ancora firmava con la triplice fogliolina e non aveva ancora intrapreso la tediosa abitudine di fare le maglie delle squadre TUTTE UGUALI coi colori cambiati (tipo ora)? Ecco. Mi è piaciuta anche per questo. E poi quella del Boca ce l'ho già. Di Diego, per giunta, che vale doppio.
Parlo di questo, perchè in realtà ho altri problemi.
Esattamente oggi è una settimana che sono arrivato, e ancora non ho preso a lavorare sulla mia tesi come avrei voluto. Ogni giorno percorro distanze impertrovabili (Citaz. il Piccolo Riccardino Fuffolo, Mani in alto), per trovare ciò che mi serve, ma qui sembra che per cercare documenti ci vogliano tre lauree.
Ora, se consideriamo che invece io son venuto qui e cerco documenti proprio PER CONSEGUIRE la mia laurea... anche un giarone capirebbe che questo sillogismo è un cane che si morde la coda. Esercizi di stile. Ignorateli se vi disturbano.
Il punto è che in questa settimana ho svolto (senza volerlo) più che altro un lavoro di ambientamento, cosa che forse da ingenuo non ritenevo necessaria. È che forse ho tanto desiderato tornare in Argentina da non prendere nemmeno in considerazione l'idea di dovermi prima ambientare...
No, invece. Ho detto un'altra stronzata.
La verità è un'altra.
Io non so aspettare.
Mai.
Nessuno.
Forse e' per questo che ho già voglia di leggere roba e mettermi a lavorare. Prima inizio e prima finisco, e mi godo i viaggi che voglio fare.
Invece per adesso ho buttato lì qualche pista e non mi resta che attendere che qualcuna decolli.
Attendere.
Pakgoiz. Kremer. Burke. Sembrano tutti gentilissimi e bravissimi nel loro campo. Se davvero mi aiutassero come mi hanno detto la mia tesi si scriverà da sola. Però non voglio entusiasmarmi. In 5 anni di università di gente "sisinonsipreoccupi" ne ho vista troppa.

Aspettiamo, allora.
Aspettiamo.
Il problema è tutto qui.
Mi trovo esattamente nella posizione in cui non mi volevo trovare. In mani altrui, sperando che si prendano a cuore la mia causa. In una visione francescocentrica tutto ciò è bestemmia, e me ne rendo conto. Ma forse è arrivato anche per me il momento di pazientare... forse perchè sto in una metropoli.
Dev'essere normale, qui.
Mettersi in coda.
Aspettando.
Il problema è tutto qui.

lunedì 25 settembre 2006

Nel posto giusto

Dopo la prima bistecca della stagione, ieri sera, con Simon e le ragazze, stamattina sveglia alle otto.
L'appuntamento col prof. Pakgoiz è a mezzogiorno ma io, per non fare tardi, ho pensato di emulare Max Pezzali... Bene così.
Autobus. Un po' pieno: mi appendo alla Fantozziragionierugo e faccio qualche decina di metri aggrappato quasi di fuori. Cazzo, fredda l'aria del mattino!
Una situazione simile mi era capitata con le guaguas di Santo Domingo (Fiacca, Elena, Bea...ricordate?) ma là era la norma, e comunque l'aria era sempre sui 25-30 gradi...!
Comunque, arrivo in zona università con anticipo cannavariano. Sono nel posto giusto. Mi allontano, caffè e colazione.
Mi ripresento alle 11:30, entro e aspetto che arrivi mezzogiorno, e nel frattempo l'usciere mi annuncia al prof. che sta in riunione.
Ore 11:58, esce Pakgoiz, che mai avevo visto prima. Giovane, barba, tipo distinto, molto gentile. Mi invita a salire nel suo studio.
Sono nel posto giusto.
Parliamo. Illustro la mia tesi, e mi propone nomi di gente che mi può aiutare, in particolare un certo Pedro Kremer. Speriamo.
Dice di scendere, che la riunione (in realtà è una lezione di un master in Politiche per la Salute del Brasile) sta per finire. Un prof. brasiliano zavaglia in portoghese cantilenoso e gli alunni, che brasiliani non sono, ascoltano la traduzione in cuffia. Kremer non c'è.
Io mi siedo ma l'auricolare non ce l'ho, e di portoghese non so una Eva... Così aspetto che finiscano, ma qui la cosa va avanti... "Gnagnagnao, Falcao, Taffareu, Maramao..."
Ma che...Oooohhhhhh?!?! Dio Canaia de Dio!

Non si capisce niente, quindi l'attesa si fa più pallosa.
Non sono più sicuro di essere nel posto giusto.
A un certo punto, l'imponderabile. Inizio a capire quel che dice. Dovevo solo smetterla di pensare a capire una lingua "simile allo spagnolo", perchè non lo è poi così tanto. Meglio fare finta che fosse un genovese ubriaco. Ecco, sì. Ora funziona, e il senso generale del discorso è pure interessante.
Finiscono. Pakgoiz ferma tutti e a sorpresa mi presenta alla classe del Master in aula. Tutti molto incuriositi approvano e mi danno il benvenuto. Tra gli alunni ci sono dei vez over 50 come delle ragazze della mia età, tra l'altro niente male...
Sono di nuovo nel posto giusto.
Vado a mangiare dopodiché torno in facoltà e cerco un po' di cose. Mi informo su internet su chi è questo Kremer che devo incontrare domani o nei prossimi giorni, giusto per avere il sedere coperto.

Chissà.
Sarò di nuovo nel posto giusto?

domenica 24 settembre 2006

Ho visto Maradona

Sono arrivato il 21 settembre, primo giorno di primavera, in Argentina... ma forse all'inverno ancora non lo hanno spiegato. Sta di fatto che, sole di oggi a parte, fa abbastanza frescotto, anche se chi sta qui da più tempo di me mi dice che presto cambierà.. (e dire che ho lasciato una Suzzara in condizioni climatiche mai così piacevoli... va beh, amen; me ne farò una ragione)

Venerdì ho poi completato la giornata di ricognizione con un utile sopralluogo in zona università... tanto per sapere già dove andare quando lunedì incontrerò il prof.

Non so quanti chilometri ho percorso, comunque TANTI, potete credermi!

Venerdì e ieri, poi, prime uscite notturne: venerdì prima siamo andati noi dall'appartamento in un bar superaffollato, e a seguire io e Simon in una discoteca (5 euri con consumazione!)... la cinghia c'è stata, niente da dire... Ieri invece mi sono moderato e ho fatto solo un giro in un pub di Recoleta, per chi non lo sapesse zona molto frequentata: mille locali e discoteche disposti tipo in cerchio attorno a un enorme cimitero...! Riposino in pace, se gli riesce... io ho i miei dubbi!
La prima sera, al bar, parlando col tedesco, è uscita la discussione politica... non ne vado fiero, e infatti le ragazze ci hanno rimproverato per questo... in effetti in compagnia non si dovrebbe fare.
Due i capisaldi della mia arringa difensiva:
1) Se tu, o donna, ti metti con un altra tipa a sacagnare nell'inarrivabile idioma femminile, io mi sento legittimato a parlare anche di politica.
2) Se uno straniero mi nomina Berlusconi, io non posso restare seduto in disparte, né arte né parte; non sono capace di stare a guardare e devo dire la mia... (presente nel film "Andata + Ritorno", quando il taxista s'incazza da solo contro Silvio? "Nooo. Berlusconi NO! Berlusconi NO...NOOO Berlusconi...BERLUSCONI NO". Ecco. Così, più o meno)
Incontro molta gente, anche straniera, e il mio spagnolo per ora pare soddisfacente... ci sono stati anche alcuni argentini che ci hanno messo qualche attimo in più del normale a capire che non ero uno di loro... ovviamente non ci credo molto, ma lo scrivo ugualmente perchè sentirmelo dire mi ha GASATO oltremodo...
Parapiglia (scatta il gioco della bottiglia...) in casa nostra quando ieri ho per la prima volta fatto la pasta: il tedesco ha gradito, e anche una francesina ha apprezzato assaggiandola, ma diciamocelo; la storia della cucina italiana ha visto pagine migliori... la pasta aveva un tempo di cottura pressochè infinitesimale, il sale salava poco, e il pomodoro era un po' troppo dolce... ma tanto che vuoi che ne sappiano Galli e Normanni di come si sta a tavola... per loro era pure troppo buona...
Dopodiché la tragedia: cambio velleitariamente due o tre canali in tv dicendomi: "Che vuoi che ci sia? Qualche cantante strappalacrime (Corazóoon di qua e Te Quieeero di là...) e qualche telecronista sportivo che fa gooooooooollllll..." e invece vidi quello che non avrei mai dovuto vedere, sul canale che mai avrei dovuto trovare.
Il David che mi esulta in faccia dopo un gol al Modena... Il mio destino di tifoso di serie B mi segue in capo al mondo... Oggi riaccendo la tele e mi trovo Lazio-Atalanta e Inter-Chievo. Cheduemaroni.
Provate voi a guardare altro. Io non ci riesco, e forse a sto punto anche il sottotitolo del mio blog va cambiato.

Chiudo dicendo che ho avuto molta fortuna nello scegliere (un po' a naso, sinceramente) la zona del mio appartamento: sto praticamente al confine tra San Telmo e La Boca, in una delle zone più vecchie e affascinanti; chi già ha visto Baires (Ghero, Nevio, Febio) di certo se lo ricorda.
Momento di fibrillazione ieri notte quando tornando mi si ferma allo stop un rottame con due o tre tipi dentro: quello che guidava era Lui, "Isso", come lo chiamavano a Napule. Grasso, barbuto, malconcio... veramente identico. Non ci potevo credere, non poteva essere.
E infatti...non era!! Maaao.
E va bè, dai, che pretendete... gli somigliava in modo incredibile, e per di più stavo vicino a La Boca, però anche al mio culo c'è un limite. Fosse stato lui per davvero, credo che sul blog non avrei parlato d'altro per giorni... quindi forse a voi che leggete è andata meglio così.

venerdì 22 settembre 2006

San Telmo

Innanzitutto grazie Nevio per il blog... visto che il mio rapporto con l'informatica somiglia sempre più a quello di Darko Pančev con la porta, credo che il tuo aiuto sia stato decisivo... e così ora potete sapere quello che succede quaggiù, sempre che vi vada di leggerlo, e, cosa non meno importante, che a me vada di scrivervelo!!
Esercizi di stile a parte, sono arrivato ieri sera ad Ezeiza (l'Aeroporto internazionale Pistarini... il ministro, eh, non il comico), dopo una transoceanica di 17 ore e mezza, inclusa la pausa di quasi 3 ore a Madrid. Ma sto bene. Il jet lag ormai non lo sento più quando vado in giro. Potrei dire che sono talmente abituato a viaggiare, che ormai (alla Chuck Norris) quando arrivo a destinazione "È IL JET LAG CHE SENTE ME"... Se quindi oggi sentite dire al tg che in Argentina sono tutti stanchi, ora sapete perchè.

Comunque il viaggio non ha presentato traumi: prima da Bologna a Madrid stavo seduto vicino a un tale Adrián, porteño ma che vive e lavora in Italia, somiglianza ai limiti dell'imbarazzante con Magath, ma a differenza del buon Felix, non mi ha dato dispiaceri, anzi, abbiam parlato di Baires e mi ha pure aiutato a non perdermi in quella megalopoli che è Barajas (l'aeroporto di Madrid).
Sul volo Madrid-Baires, il destino ci ha divisi, e mi ha messo di fianco a due anziani ma arzilli coniugi italoargentini che ritornavano a casa dopo 2 anni di permanenza in Italia... ho provato a sostenere la discussione, ma lo spagnolo argentino con spiccata inflessione TARANTINA era troppo anche per me! Qualcosa comunque ho capito: la signora rimpiangeva quando da ragazza la traversata Argentina-Europa se la faceva in NAVE... in effetti come darle torto? Impiegava soooooolo 25 giorni!...
Arrivato, ho chiamato Javier, il padrone dell'appartamento che avevo prenotato tramite e-mail, e poi ho preso un taxi di quelli affidabili: il tempo di chiedere quand'è il derby Boca-River, ed in mezz'ora ero già a San Telmo. Suono.
Si affaccia dal nostro balcone una pellicina bionda che mugugna in fighese qualcosa che mai capirò. Lì compresi di aver scelto l'appartamento giusto.
Nel frattempo scende ad aprirmi Simon (in tognino "Zzzzìmon") quello che poi avrei scoperto essere il mio compagno di stanza: una specie di Peter Crouch tedesco che parla lo spagnolo con un lievissimo accento da Terzo Reich. (* Per chi non conoscesse Peter Crouch, è raccomandata la consultazione del sito
www.petercrouchcandoanything.co.uk ....davvero fantastico; lì capirete tutto)
Mi chiede che lingue parlo, e si raccomanda di parlare sempre lo spagnolo con lui... vuole migliorarlo, e stando al suo accento immagino faccia bene.
Salgo le scale. Mi presento. Ma sono tutte tipe??? Simone, tedesca 23 anni, economia, Pauline, francese, 22 anni, giurisprudenza, un'altra francese di 19 anni, scienze politiche di cui ora mi sfugge il nome, (ma tanto è meno bella delle altre 2)...poi sbuca anche Thomas, un tipo rasta, galletto pure lui, 20 anni, moroso di quest'ultima...ed infine un ravatto che però non vive lì...è solo amica delle francesi...meno male.
Manca un'altra tipa, Cloé, che sta in giro per viaggi, e tornerà.
In totale siamo 7, e sembra che sia cascato bene: 4 francesi (di cui una mancante), 2 crucchi e io.
Tanti europei, un solo Campione del Mondo: ovviamente glielo faccio notare, ma sembrano viverla bene... dico loro che da ragazzino ho fatto le foto con Zidane e Henry... e mi odiano un po' di meno. Mi piacciono, per ora.
Gente tranquilla, che lavorava... (Cit.)

Operazione Cena Fuori - Prologo

"Il suo progetto non è idoneo"
- "Come? Del tipo che c'erano molte richieste per bando tesi all'estero e voi non ci avete soldi oppure non è idoneo proprio?"
"No, no. Proprio non idoneo"
-"Sì, ma del tipo? Qual'èlo el problèma?"
"Sono state riscontrate incongruenze tra obiettivi della ricerca e mezzi per raggiungerli, bla bla, non sono apparsi chiari alcuni punti, bla bla, oggi fa caldo, bla bla, inoltre pare sia morto Kurt Cobain, e, come Lei sa, questo complica tutto..."
(Insomma: per farla breve; Ehi coglione: el problèma, chì, te sei tì...!)
-"Ah, ho capito. Arrivederci."
"Arrivederci". Tlac. Tuuuu Tuuuu...


Quando l'otto giugno la mannaia della cassazione si abbatteva sulla mia tesi questo momento era molto lontano, molto più di 100 giorni e 11.000 chilometri (o quelli che sono). Eppure qualcosa mi ha spinto a cercare comunque di realizzarla a modo mio. In Argentina.
Il giorno che mi laureerò, non sarà tanto per intelligenza, o per acume, o per abilità nello scrivere.
Sarà soprattutto per la Garra (come la chiamano qui), la mia testardaggine, che a Suzzara qualcuno chiama "alchégna" (Citaz: A. Cantoni).


Da: http://operazionecenafuori.spaces.live.com/