Ferrara, 3 Marzo 2009.Tempo di ritorni e ricordi. Dopo le ilari scorribande maltesi di capodanno, che il video racconta meglio di foto e parole, ho ricominciato un po' a sorpresa a sentire Kristina, e manco a dirlo si è rifatta grande la voglia di Russia.
In attesa però di rimettere piede (chissà) nel paese più immenso, continuo a visitare microstati in sequenza: Saint Kitts, le due parti di Saint Martin, Malta.. e pure San Marino.
Spontanea la domanda: a San Marino a fare che? Non molto per la verità, solo che "Jordi-lo-spagnolo-è-stato-praticamente-in-tutta-Europa-tranne-che-lì-e-a-Cipro", e visto che 'sto giro era in Italia ne ho approfittato per portarcelo, per poi tornare sempre con lui nella mia (?) Ferrara.
Ah, tra l'altro lo sapevate che a San Marino c'è l'ambasciata italiana? Mah.. E' un posto carino (e caro), ma se non fosse uno stato a sè stante, avrebbe un decimo dei visitatori che ha, come sostiene Jordi.
Con ordine: per chi non se lo ricordasse (e come darvi torto, nel caso..) Jordi è quel quarantenne catalano che avevo conosciuto in Siberia, e poi ribeccato in Crimea l'estate scorsa. Insieme a lui era diventato parte integrante del nostro gruppo di volontari a Kyzyl anche Marco di Valdagno, che avevo già avuto modo di andare a trovare a settembre.Jordi mi chiama al lavoro (e a sorpresa) mercoledì scorso da casa di Marco di cui era ospite.
I contatti con Kristina prima, poi Jordi e Marco: si susseguono i ricordi siberiani. Per il momento mi sono limitato a raggiungere gli ultimi due in Veneto, con tanto di (unica) sciata della stagione.Ma la serata del sabato a Valdagno merita una menzione speciale per la nottata del "fora Febràro".
La notte che segna la fine di Febbraio, infatti a Valdagno e dintorni si trascorre in modo particolare, ogni anno ormai da tempo immemore: tutti i paesini della valle dell'Agno radunano i rispettivi nerds più inclini alla piromania in cima alle varie alture che in ciascun paese sovrastano la valle.
Da lì verso le dieci di sera ha inizio una curiosa e campanilistica tenzone per cui ogni paese deve cercare di fare più casino degli altri (fino circa alle due di notte). La cosa singolare è il come.
Prendete un cilindro metallico (un barile da birra o da vernice va bene, più è grosso meglio è), chiuso solo da un lato, e con un foro proprio dalla parte chiusa. Gettate nel barile dei ciottoli di carburo, che provvederete a bagnare con acqua, in modo che possano scioglersi in gas all'interno del recipiente metallico una volta che questo gli stia capovolto sopra a mo' di coperchio. Tenete chiuso il buchetto che sta nel lato chiuso mentre il gas satura l'aria dentro al barile.
Una volta calcolato il tempo necessario allo scioglimento del goliardico minerale, basta ruotare il fusto liberando il gas dal lato aperto e dare fuoco con una torcia dal buchetto superiore (vedi fig.): vi assicuro che la fogata è notevole.
Moltiplicate lo stesso effetto per i vari paesi che si danno battaglia a mo' di botta e risposta, e provate un po' ad immaginare quante ore di sonno restano agli incolpevoli abitanti della valle sottostante.
Non paghi, alcuni megalomani evidentemente segnati in gioventù dai cartoni di Willy il Coyote, hanno creato (immagino al termine di anni di escalation e superamenti reciproci) un arnese da crisi missilistica, simpaticamente battezzato "Babyboom": avete presente i bomboloni del butano, di quelli che ci stanno nei cortili delle case di campagna? Ecco, provatelo al posto del fusto di lamiera di cui parlavo prima, e immaginate la tega che molla quando l'avete saturato di carburo..
Gente fuori, 'sti vicentini. Ma mi propongo di rifarlo, magari a Suzzara, dove nessuno lo fa e mi arrestano di sicuro.
L'importante è che non lo venga a sapere il Berna, che quello già si gasa coi raudi.