Guidato dalle Stelle

Dopo l'ottimo weekend boliviano lunedì mattina arrivo in città per completare la mia ricerca. Non mancano moltissimi dati.
In stazione a La Quiaca avevo conosciuto Aprila, slovena mia coetanea, anche lei per tesi in sudamerica, che stava viaggiando verso l'Argentina con sua zia, fotografa. La ragazza, simpaticissima, e con gli occhi di Fairuza Balk (che non guastano mai), parla l'italiano meglio di me... così mi unisco a loro e andiamo nello stesso ostello.
Tempo infame, però. La stagione umida ha aperto le danze. Io comunque di turismo non è che ne possa fare tanto.. mi aspettano tre giorni di ricerca matta; peccato per loro due semmai, che comunque decidono di fermarsi solo un giorno e mezzo, per poi fare rotta per l'Iguazú...convinte dalle mie bellissime e professionalissime foto (e se lo dice una fotografa professionista ho di che ingassarmi...).
Si avvicina l'epilogo, e come sempre in questi momenti, uno si guarda in tasca per fare il punto.
Tempo di bilanci, dunque.
La mia tre giorni salteña prevedeva un rastrellamento spietato di uffici e istituzioni... diciamo pure che contavo di completare il famigerato "Album Panini"... Prima tappa: l'ambito sanitario.
Chiamo una dottoressa che mi aveva raccomandato un'altra sua collega conosciuta a Tucumán (once again...), lei mi risponde e con una gentilezza spiazzante mi invita a chiacchierare con calma a casa sua... A CASA SUA?!? "Lei non è di questo pianeta, vero?" - stavo per chiederle - Ma poi finalmente mi faccio la domanda giusta.
- Non è che per caso è dalle nostre parti, piuttosto, che dottori e professori se la menano infinitamente, del tipo che tu gli parli e loro non ti cagano?
- Non è che forse è dalle nostre parti che quando parli con loro puoi anche dirgli che ti chiami Sucaminchia Pannunzio e che studi "I dolori reumatici degli invertebrati" ma tanto loro non se ne accorgono perchè neanche ti ascoltano?
- Non è che magari se fosse come qui anche da noi faremmo tutti una vita migliore, a cominciare da noi studenti?
A voi l'ardua sentenza. Io ho solo posto "le domande giuste". La risposta azzeccata mi piace lasciarla sottintesa. Come sempre.
Comunque vado a casa sua e mi accoglie a braccia a aperte, mi presenta la sua famiglia, e per di più è una donna di quarant'anni di una bellezza incredibile. L'incontro si rivela proficuo, così come tutta la tre giorni di ricerca (ambito forestale e agrario inclusi). L'album è quasi completo.
La mattina del mercoledì devo solo incontrare il prof. Zaidenberg, un noto esperto di epidemie tropicali per avere il suo parere, e lo ottengo. Bene. A 'sto punto mi mancherebbe solo il prof. Ripoll, per un'intervista similare ma anche complementare alla prima. Poi va bè, ci sarebbe il dr. Salomón (per il quale lavorano Gabriela e Pablo... vi ricordate di loro?), luminare di stirpe che darebbe ulteriore lustro alla mia tesi, ma né i due ragazzi né nessun altro che lo conosca ha più notizie di lui da settimane, da quando si è addentrato nella giungla... del tipo "in una foresta sto e tanti amici ho" (Citaz. un cartone del cazzo di quando eravamo piccoli, di cui non ricordo il titolo ma so che la sigla faceva così).
A lui ormai ci avevo rinunciato, così penso piuttosto a concludere con Ripoll e buonanotte: niente Tris, mi accontento di una coppia d'Assi, sperando basti.
Lui è di Jujuy, ma lassù non l'avevo trovato perchè era di viaggio a Buenos Aires.
Due le opzioni:
A) ROTTA SUD: incontrarlo un po' al volo nella capitale (ritornando quindi di corsa, per beccarlo giovedì o al più tardi venerdì), ma col rischio che non abbia con sè i suoi documenti, saggi e lavori (che verosimilmente stanno nel suo ufficio a Jujuy), dopodiché andarmene ancora più a sud... verso le meraviglie naturali di quelle parti del paese, che da sempre sogno di vedere. E cercare di fare in modo che il prof. mi invii poi la roba per mail.
B) ROTTA NORD: tornare a Jujuy, aspettare un weekend (da inattivo) e beccarlo il lunedì nel suo ufficio, con molta calma tanto per quella data qualsiasi viaggio al sud poi mi diventerebbe impossibile.
Vorrei avere l'uno e l'altro, ma non si può. Il mio tempo qui sta per finire, ed è tempo di allineare le mie priorità. Sud o nord? Nord o sud?
E qui entrano in gioco le Stelle.
Dovete sapere che vedere il sud del paese per me rappresenterebbe molto di più di un semplice itinerario turistico. Laggiù ci sono posti che sogno di vedere da molto tempo...
Precludermi questa possibilità mi scoccerebbe parecchio, così dico: SUD!
Dopo essermi fottuto il cervello per un pomeriggio sul da farsi opto per la rotta australe: in fondo con la tesi sono a buon punto. Chiamo il prof. e, smentendo la mia precedente telefonata, mi metto d'accordo per giovedì a Baires, e lì dovrei mettere il sigillo sulla tesi.
La tesi, già... c'è una cosa che non sapete a proposito. Quando a ottobre inoltrato stavo andando in Cile con Simon, ero abbastanza ridotto alla sassata (Citaz. Bito & la scuola faentina)... non sapevo bene a chi rivolgermi e speravo solo che una delle mie piste decollasse... Mi trovavo a Six feet from the edge, citando quella canzone dei Creed che tanto mi piace (One Last Breath... scaricatevela se non la conoscete).
Così durante il viaggio d'andata per Santiago, mentre ero assorto nell'osservazione del meraviglioso cielo australe, quando vidi sfrecciare una stella cadente di dimensioni ciclopiche (cosa tra l'altro che a me capita davvero di rado di vedere!), mi venne spontaneo desiderare che fosse proprio la mia tesi a migliorare.
Lo so. Avrei dovuto desiderare forse la pace nel mondo, o la salute mia e dei miei cari, ma si sa... a volte non c'è tempo per pensare, e poi forse le stelle cadenti ci stanno apposta per i desideri. Non per i miracoli.
Beh... il resto è storia. Neanche due giorni dopo, la sera prima di ritornare a Baires, mi era già arrivata la storica mail di González, che invitandomi a Tucumán avrebbe cambiato tutto. Incredibile, no? Ma c'è di più.
Tornando al presente, succede un altro fatto insperato (e insperabile). Mi chiama Zaidenberg (a cui per mero scrupolo avevo lasciato il mio numero), e mi dice che aveva appena sentito l'Impertrovabile Salomón, il quale era tornato -vivo- dalla giungla ed era interessato a parlare con me... nel suo ufficio a Buenos Aires!!!
Capite? SENZA SAPERLO avevo scelto l'UNICA opzione che mi avrebbe consentito di incontrare entrambi i.. capoccioni! Già, perchè fossi andato a Jujuy, poi, il lunedì dopo chissà dove sarebbe stato l'Inafferrabile Salomón..! Due piccioni con una fava... e che fava (la mia... la conoscete tutte, no ragazze?)... E soprattutto... Tris d'Assi (contando i tre prof.)! (ve l'avevo detto che ora avevo in mano carte migliori...e il croupier è già lì che si frega le mani aspettando la mancia!)
Ho scelto il sud. E ho scelto giusto.
E volete sapere in che direzione stavo guardando sul pullman per Santiago, mentre passava la Stella

Ancora una volta nelle Stelle stava scritta la rotta giusta da seguire.
Fu un po' come quando quattro anni fa in Canada, viaggiando solo, ho passato uno dei giorni più belli della mia vita semplicemente seguendo l'improbabile cammino dettatomi da un bel sogno che avevo fatto anni prima, e che volli realizzare (molti sanno di che parlo).
Probabilmente tutto questo è frutto della casualità (come lo fu allora, in Québec)... così come era per puro caso che il mio finestrino su quel bus (che viaggiava verso ovest) fosse quello di sinistra (e quindi rivolto a sud)...
Puro caso, dunque.
Ma che bello se invece non fosse così...